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Il ritorno del male dopo la tregua.., ambientato dopo 10 anni dalla battaglia cerimoniale

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Dea Bastet
view post Posted on 19/9/2010, 18:25




appena lo faccio lo posto subito =D
no no loro due non c'entrano niente
 
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Dea Bastet
view post Posted on 20/12/2010, 18:31




CAPITOLO 8 – LA TRASFORMAZIONE



La porta si era chiusa di scatto dietro di loro.
Erano divisi.
Per la paura cominciarono a battere sulla porta.
Dall’altra parte la risposta.
Poi basta.

Ad un tratto apparse davanti a loro una persona.
Colui che erano venuti a cercare ora era davanti a loro.
Il loro amico.
La bestia che aveva ucciso tutte quelle persone.
Manuel:siete arrivati alla fine!
Rimasero meravigliati.
Perché ora veniva allo scoperto?
E poi cosa voleva da noi?
Manuel:finalmente siete arrivati – riprese – vi aspettavo prima!
Joey:cosa vuoi da noi?
Manuel:mi avete aiutato nel mio piano. Siete stati davvero gentili.
Scese dal balconcino da dove era apparso e venne vicino a noi.
Aveva uno sguardo minaccioso.
Sembrava che avesse qualcosa in mente. Ma quello che mi premeva era:che cosa?
Si avvicinò.
Da vicino si notavano alcuni dettagli che nell’ombra della notte non si vedevano: tipo dei canini affilati.
Facevano paura.
Manuel:vi devo proprio ringraziare!
Joey sferrò un pugno indirizzato al suo viso, ma si spostò.
Manuel:vorrei rimanere qui con voi ma purtroppo ho un impegno! Mi dispiace!
Joey:lurido bastardo!
Joey riprovò di nuovo ma la sua mano venne fermata.
Manuel:scusatemi ma ora ho fretta!
In un attimo sparì davanti ai loro occhi.
Rimasero fermi.

Mi trovavo bloccato.
Continuavo a battere sulla porta sperando che mi sentissero.
Era già da qualche minuto che non mi rispondevano più ai miei battiti.
Nessuno mi sentiva.
Cominciai a essere preso dal panico.
Mi fermai.
Mi girai e mi adagiai sulla porta facendomi scivolare fino al pavimento.
Mi strinsi le gambe al petto.
C’era troppo buio in quel posto.
C’era qualche spiraglio di luce ma non bastava per mandar via le tenebre.
Per la seconda volta avevo paura.
Una sensazione che avevo già provato.
Mi sentivo assalito dalle tenebre.
Provai a farmi forza.
Mi alzai.
Girai per vedere se c’era qualche via d’uscita.
Passavo anche fra i cadaveri appesi.
Facevano impressione.
Sentivo la plastica che li avvolgeva, la quale a volte era bucata e sentivo la pelle fredda cadaverica sul mio braccio.
Ad un tratto sentii una voce.
Mi girai.
Nessuno.
???:ti va di fare un gioco?
Ma chi era?
Continuai a girare per la stanza.
Controllavo ogni angolo di quel luogo.
Anche se era buio cercavo di fare come i gatti. cercando il misterioso personaggio.
Mi fermai.
Mi cominciava a girare la testa.
Indietreggiai verso la porta.
Continuai finché non mi trovai qualcuno dietro di me.
Mi girai e mi trovai davanti colui che eravamo venuti a cercare.
Il demone che in quei giorni ha distrutto la vita di molte persone.
Sorrise.
Manuel:finalmente ci troviamo da soli.. Michael.
Quella pausa mi fece preoccupare.
Manuel:ti rifaccio la domanda di prima. Ti va di fare un gioco? Tranquillo non ti chiedo di darmi la tua vita per far diventare più forte il mio esercito.
Allora cosa vuoi da me?
Manuel:fai bene a essere preoccupato. Ti chiedo un'altra cosa. Svelami come puoi trasformarti in demone.
Atem:come fai a sapere della mia maledizione?
Si sedette su un tavolo che era li vicino.
Mi guardò con quei suoi occhi rossi e mi rispose alla mia domanda.
Manuel:bè quando mi sei venuto a cercare la prima volta con i tuoi amici ho notato che non ti eri fatto riconoscere subito con la tua vera identità. Solo dopo che il tuo amico ha detto il tuo vero nome ho notato un cambiamento in te.
Silenzio.
Manuel:non mi prendere per stupido. Lo so che Michael non è il tuo vero nome.
Si avvicinò a me.
Manuel:questo è il gioco che ti propongo. tu mi dici come posso attivare la tua maledizione e..
Atem:cosa?
Manuel:io non faccio cenare le mie bestiole. Sono già sul posto e sono pronti a mangiare al mio segnale.
Rimasi zitto.
Perché voleva da me questo?
Forse immaginava che non avrei lasciato Yugi, Joey, Mirko e Luca in balia di quei mostri che aveva schierato.
Mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo.
Il tempo in cui dovevamo salvare il mondo.
Oddio ora si ripresentava la stessa cosa.
Ora dovevo prendere una decisione.

Manuel:devo dirti che il tempo sta per scadere? Tic tac tic tac
Nella mia testa c’era confusione.
Manuel:i miei ragni stanno per perdere la pazienza. Ti consiglio di prendere una decisione. I ragni non sono animali che vogliono aspettare quando hanno l’acquolina.
Avevo preso una decisione.
Atem:va bene.
Manuel:bene sapevo che noi due potevamo raggiungere un accordo. Dimmi adesso.
Mi mise un braccio sulle spalle.
Atem:la mia maledizione si attiva quando qualcuno pronuncia il mio nome. Ma però adesso libera i miei amici.
Manuel:sono un demone di parola. I tuoi amici verranno liberati appena mi dici il tuo vero nome.
Atem:non l’hai sentito quella sera?
Manuel:purtroppo quella volta sono fuggito e non ho fatto in tempo.
Atem:io lo dico ma poi prometti che li lasci liberi?
Manuel:sono un demone di parola.
Atem:ok allora il mio nome segreto è Atem.
Manuel:grazie. Ora mantengo la parola.
Si avvicinò a una parete e tirò in giù una leva.
Atem:cosa fai?
Manuel: ti ho promesso che li liberavo no?
Atem:si ma non così. Non so nemmeno cosa hai fatto
Manuel:dovevi pensarci prima di decidere.

Stavano girando per la stanza.
Si sentiva che sopra di loro c’era qualcosa.
Sembravano pipistrelli.
Ci stringemmo tutti in un punto al centro della stanza.
Ad un tratto ci sentimmo la terra mancare sotto i piedi.
Cademmo nel buio fino ad arrivare in un posto umido.
Ci alzammo e uscimmo dal tunnel.
Eravamo a Domino.

CAPITOLO 9 – L’ATTACCO


Calò la sera su Domino e calarono anche le tenebre.
E insieme alle tenebre calarono anche dei strani esseri sull’edificio più importante della città.
Stavano tranquilli ad aspettare.
Sotto di loro la frenesia della gente.
Tutte le emittenti televisive e corpi speciali per la sicurezza si erano installati sotto.
Partivano dirette dei telegiornali che riprendevano la scena.

A casa Muto erano tutti davanti alla televisione come ogni sera.
Yugi, Joey, Luca e Mirco erano tornati a casa da poco da un quartiere di Domino.
La tv era accesa e faceva vedere le immagini di questa attesa.
Un attesa lunga.
Tutti aspettavano qualcosa.
Entrò nella stanza il nonno, rimase a guardare i due nuovi arrivati e si chiedeva se questa casa, la sua, era diventata ormai un albergo!
Certo ogni occasione era buona per ospitare qualcuno!
Poi spostò lo sguardo verso lo schermo e disse che per lui era solo una trovata pubblicitaria.
“nonno quelli sono demoni!” esordì il nipote
“Yugi per me gli unici demoni che esistono sono quelli di Duel Monsters. Quella sarà solo una trovata pubblicitaria di Kaiba per un nuovo torneo!”
Proprio in quel momento il presentatore parlò. Quei strani demoni ora si stavano come preparando a un attacco.
Tutti erano paralizzati.
Scesero dall’edificio e andarono in mezzo alla gente a creare disordini.
La polizia non riusciva a tenergli testa.
La gente si spostava velocemente da quel posto.
I demoni li seguivano.
Entravano nelle case vicino.
Sfasciavano tutto.
Prendevano le persone e le uccidevano.

D’un tratto si sentirono dei vetri che si infrangevano nella casa.
E un boato.
Arrivò in soggiorno un demone e prese il nonno.
Corremmo fuori casa e ci portammo dietro il nonno.
Era ferito ma riusciva a camminare per fortuna.
Lo affidai a un’ambulanza che passava di lì e poi scappammo.
Stavamo andando verso il bosco ma un demone ci sbarrò la strada.
Ma aspetta un attimo lei è..
“Lucia sei tu?”
A sentire quel nome il demone si ritrasformò in umano.
Mirco andò a soccorrere la sua amica che aveva riconosciuto.
“Lucia! Ma come?”
La ragazza aprì gli occhi e lo guardò negli occhi
“Mirco sei davvero tu?”
“si sono io!”
“ma come? Lei si è tornata normale?”
“oh Mirco dove sono? L’ultima cosa che mi ricordo e che ero in città con voi. E Manuel”
“stai tranquilla ora andiamo al sicuro”
Mirco prese in braccio la ragazza e la portò in un casolare. Tutti noi lo seguimmo.
Dentro eravamo tranquilli.
Per fortuna la zona che avevamo raggiunto non era stata ancora presa d’assalto.
“stai bene?”
“si Mirco”
“è da un pezzo che non ci vediamo eh. Quale modo migliore questo?”
“si è vero. Mi era sembrato di vedere anche Atem in queste ore..”
“ma ti ricordi quello che è successo?”
“un po’ sfuocato. Mi ricordo solo di quel giorno”
“quindi se Manuel è riuscito a farsi dire come fare per attivare la sua maledizione, vuol dire che ora è sotto il suo controllo!”
Qualcuno bussava alla porta.
“forza aprite per favore!”
“che succede amico?”
“stanno arrivando! Mi serve riparo!”
“meglio se andiamo via da qui!”
“meglio!”
Aprirono la porta di scatto e uscirono.
“ma non dovevate farmi entrare?”
“ma sei matto? Quelli sfasciano tutto!”
Ricominciammo a correre verso la periferia.
Li forse potevamo trovare riparo in una casa abbandonata.
Infatti fu la nostra fortuna.
 
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