Roma, 7 giu. (TMNews) - "Chi ha ucciso mia figlia non è un padre, lui ha spezzato la mia famiglia e anche la sua". Lo ha detto Massimo Bassi, il padre di Melissa, la 16enne uccisa
nell'attentato di Brindisi alla scuola Morvillo Falcone, per il quale è stato fermato il 68enne Giovanni Vantaggiato. La svolta nelle indagini sull'attentato è arrivata grazie a un lavoro paziente e meticoloso, "classico": quello che gli investigatori di Sco, Ros, squadra mobile di Brindisi, hanno fatto analizzando ore e ore di filmati delle telecamere di sorveglianza più o meno vicine alla scuola Morvillo Falcone, nei giorni prima e dopo l'attentato. Una squadra di uomini dedicata solo a questo che non ha mai smesso di visionare i filmati che hanno portato al fermo di Giovanni Vantaggiato. Hanno infatti ricostruito un reticolo della zona, mettendo insieme e allineando le immagini di tutte le telecamere di sorveglianza, hanno selezionato alcune auto i cui movimenti apparivano sospetti, ovvero compatibili con la preparazione dell'attentato e le fasi prima e dopo l'esplosione.
Fra questo 'parco di auto' una Yundai, di cui i fotogrammi hanno immortalato la targa. È la svolta, due giorni fa. Gli investigatori sono risaliti al proprietario, che risultava avere un'altra auto, una Punto bianca, e anche questa era nel gruppo di auto selezionate. Così la ricostruzione decisiva: la Punto usata per trasportare le bombole la notte prima dell'attentato, la Yundai per arrivare alla scuola, premere il telecomando che ha fatto detonare l'ordigno e andarsene. E il cerchio si è stretto intorno all'uomo proprietario delle due macchine: il 68enne Giovanni Vantaggiato titolare, tra l'altro, proprio di un deposito di carburanti a Copertino. Ieri mattina gli investigatori sono andati a 'fargli visita', e qui la conferma visiva: "Una somiglianza impressionante" con l'uomo immortalato dalle telecamere del chiosco di panini davanti alla scuola, che preme il telecomando e alle 7.45 del 19 maggio fa esplodere le tre bombole.
Stessa fisionomia, e soprattutto stesso modo di muoversi, l'andatura, quasi oscillante. L'essere mancino, visto che porge i documenti con la sinistra, fa tutto con la sinistra, mentre la mano destra spesso resta in tasca, con quello stesso atteggiamento goffo restituito dai fotogrammi del video che subito dopo l'attentato ha fatto il giro del mondo. E ha addosso anche quegli stessi occhiali semi trasparenti del video, sequestrati. "E' lui": gli investigatori che ce lo hanno davanti agli occhi, non possono avere dubbi. È la mattina di mercoledì 6 giugno e il cerchio che si va stringendo viene velatamente anticipato anche dal capo della polizia Antonio Manganelli che a Roma fa capire che ci siamo: non è stata la mafia, e neanche il Fai e il colpevole "lo troveremo", dice.
Nel pomeriggio Vantaggiato è in questura a Lecce. Il decreto di fermo è già pronto prima della confessione. Lui all'inizio non parla poi, messo di fronte ai pesanti elementi raccolti, confessa: "Ho fatto io la bomba, ho costruito io il congegno, ho sistemato tutto e l'ho fatto esplodere". E ricostruisce con dettagli giudicati "attendibili e minuziosi" l'ordigno, il congegno, l'innesco, tutti i passi con cui ha preparato le tre bombole da gpl, riempite con esplosivo. Ha le competenze necessarie per farlo, assicurano gli inquirenti. E teoricamente può aver fatto tutto da solo, anche il trasporto, a tappe. Ma su questo punto l'indagine resta aperta ad altre eventualità, "per non precludersi nulla", come testimonia il reato contestato: strage aggravata dalla finalità di terrorismo, in concorso.
Un altro punto fondamentale, quello che più angoscia al pensiero di Melissa Bassi, 16 anni, dilaniata dall'esplosione e delle sua compagne ferite per sempre, resta l'interrogativo: perché? Il 68enne infatti non ha saputo spiegare il movente. Lucido fin nei dettagli su come ha preparato tutto, nell'interrogatorio farfuglia sul movente: "c'è crisi...i soldi..." giustificazione generiche e ritenute non attendibili. Di fronte all'atrocità della morte di Melissa non risponde, ma è certo che lui voleva uccidere: "L'ho fatta esplodere di giorno perché altrimenti di notte non ci sarebbe stato nessuno", dice nell'interrogatorio. È questo che lascia ancora allibiti: il movente e anche l'obiettivo, al momento non c'è. È una risposta a cui tutti gli investigatori stanno lavorando: sono ancora in corso perquisizioni, e il deposito di carburante di Copertino è passato al setaccio, partendo da una certezza: è lui l'uomo che ha fatto le bombe e le ha fatte esplodere, e ora è in carcere.
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virgilio.itsconcertante confessione del killer di Brindisi °_° sinceramente non ho parole per descrivere la cosa °_° è allucinante e Melissa poverina ci è andata di mezzo ç_ç per cosa poi ç_ç