BOLOGNA - E' di almeno tre morti il bilancio provvisorio del terremoto che stanotte ha colpito la Bassa Padana e in particolare le province emiliane di Modena e Ferrara. La scossa più violenta c'è stata alle 4.05, è stata del sesto grado Richter ed è stata avvertita fino a Milano e in gran parte del Veneto. In molte città e località emiliane la gente è scesa in strada per la paura di crolli. Il movimento, di tipo sussultorio, è durato una ventina di secondi. Poche ore prima, un'altra scossa di terremoto del 4,1 aveva interessato la zona tra Mantova 1, Rovigo e Modena. A causa del sisma, ci sono stati anche crolli e danni ingenti con molte chiese diventate inagibili.
Le vittime accertate finora sono tre operai che lavoravano in due diverse aziende del Ferrarese, nella zona di Bondeno. Ma il bilancio sembra destinato a crescere man mano che i soccorsi raggiungono casolari isolati o piccoli paesi intorno all'epicentro del terremoto. Una donna di 37 anni è morta a San Pietro in Casalem nel Bolognese, forse per un malore legato allo spavento per la scossa.
Crollato anche un campanile a Sant'Agostino, sempre nel Ferrarese. Le verifiche sono ancora in corso, ma si sa già che due delle vittime sono operai di un'azienda di polistirolo espanso di Bondeno che lavora a ciclo continuo e il cui capannone è crollato dopo la
scossa più violenta. Al momento risulterebbero dei crolli di capannoni e campanile anche a Cento (Ferrara) e a Finale Emilia, in provincia di Modena, dove sarebbe venuta giù una casa apparentemente disabitata. Anche la terza vittima sarebbe un operaio, dipendente di una fabbrica di ceramica crollata a Sant'Agostino di Ferrara.
La Protezione civile dell'Emilia Romagna, a circa mezz'ora di distanza dalla scossa di magnitudo 5.9, ha cominciato a ricevere le prime segnalazioni di danni nella regione. E' stata attivata la sala operativa a Bologna e sono in corso controlli a tappeto. Il campanile di una chiesa di Finale Emilia avrebbe riportato danni a causa della forte scossa. Al momento non risultano alle forze dell'ordine persone ferite in questi crolli. Una chiesa a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, è andata distrutta
In Veneto non si segnalano danni a persone o a cose, secondo i vigili del fuoco della Regione. Moltissime comunque le chiamate al 115 per avere informazioni su quanto era accaduto.
Oltre che in Emilia Romagna, la scossa di terremoto di magnitudo 6 (secondo l'Usgs che ha aggiornato i dati in mattinata rispetto al 5.9 dell'alba) e con un ipocentro a 5,1 chilometri di profondità è stata avvertita distintamente anche in Toscana, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Un vecchio fienile e parte del tetto di una chiesa sono crollati a Ficarolo, in provincia di Rovigo. Nel padovano sono state segnalate cadute di alcuni cornicioni e di parte di intonaci di case, senza conseguenze per le persone. Centinaia le telefonate ai Vigili del fuoco, in particolare lungo l'asso da Rovigo al vicentino e al veronese. Secondo altre segnalazioni giunte ai Vigili del fuoco di Rovigo, danni sarebbero stati registrati in alcuni edifici, tra cui un paio di campanili, nei paesi di Gaiba, Castelmassa e Stienta, nella provincia rodigina. Squadre dei pompieri sono all'opera in queste zone per verificare la staticità di queste struttura. Nessuna conseguenza invece per le popolazioni.
Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'epicentro del terremoto è stato nella zona di Finale Emilia, nel modenese e l'area più prossima comprende le province di Bologna, Modena, Mantova, Ferrara e Rovigo. Tra i piu' vicini all'epicentro figurano i comuni mantovani di Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Felonica, Magnacavallo, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Revere, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide e Villa Poma, quelli rovigotti di Vergantino, Calto, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli e Melara, quelli modenesi di Camposanto, Medolla, Mirandola, San felice sul Panaro, quelli bolognesi di Crevalcore, Pieve di Cento, e quelli ferraresi di Bondeno, Cento e Sant'Agostino.
Il terremoto è stato forte quasi quanto quello, di magnitudo 6.2, che il 6 aprile 2009 distrusse L'Aquila. Degli altri recenti 'grandi' terremoti in Italia, quello del 1976 in Friuli è stato di magnitudo 6.2, quello dell'Irpinia (1980) di magnitudo 6.8, quello di Umbria e Marche (1997) di magnitudo 5.6.
(20 maggio 2012)
fonte:
repubblica.it