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Memories, one shot

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Nadeshiko Fujisaki
view post Posted on 13/10/2012, 21:02




L'ho pubblicata anche sulla mia pagina di Facebook ma ve la presento anche qui... Chi parla è Kaito/Kite Tenjo... diciamo il suo "lato buono"... riflettendo sul passato.
Spero vi piaccia....

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Ricordo ancora quando eravamo felici. Passavamo giornate intere a giocare spensierati, ignari che da li a poco avremmo vissuto un incubo.

Ricordo come Haruto stesse bene, sorrideva e giocava, correva e saltava... L’allegria dominava il suo cuore e le nostre giornate.

Andavamo a caccia di farfalle, come io ora vado a caccia di numeri: solo che mentre quella caccia ci rendeva felici, ora quella ai numeri mi riempie solo di tristezza e dolore. Infondo, mentre alle farfalle non facevamo nulla dopo averle catturate, con l’energia vitale delle mie vittime accadeva il contrario, sapevo bene di non poterle liberare, poiché malvagie.Eppure più ne fissavo una appena estirpata, più pensavo al mio fratellino… e alla nostra libertà ormai negata… Proprio come quella di una farfalla, intrappolata tra i fili del retino...


- Kaito nii-san guarda ce n’è un’altra... E’ grande e colorata! – Esclamava correndo verso di me.


Ricordo che passavo le giornate steso sotto un albero di pesco, fissavo il cielo spensierato mentre Haruto giocava o sull’altalena, o correva lungo l’ampio prato che circondavo la nostra casa: essa aveva un’ampia balconata che si affacciava sul prato; era interamente di legno e sembrava quasi far parte del paesaggio.

Ricordo che un giorno d’estate ero sempre lì, steso tra il verde quando Haruto mi prese la mano, quasi volesse alzarmi da terra. Aveva un bel sorriso sul volto, la spensieratezza di un bambino della sua età,ignaro del suo futuro... di Mr. Heartland, del mondo Astrale e Bariale, della sofferenza e del dolore più profondo. Vederlo sorridere mi faceva bene, la mia anima non conosceva il suo destino da Cacciatore di Numeri.

Eravamo solo i fratelli Tenjo…

Nient’altro...


- Ti prego spingimi!! – esclamò d’un tratto guardandomi con i suoi occhioni quasi ambrati


Era salito sull’altalena sedendosi e tenendosi forte mi fissava sorridendo, sapeva che non gli avrei mai detto di no. Lui era il mio conforto ed io il suo. Non ci sentivamo così soli… nonostante non avessimo come gli altri una vera famiglia...


- Va bene…


Iniziavo a spingerlo piano per poi sentire le sue incalzanti richieste.


- Più forte, più forte nii-san! – mi esclamava con la sua voce dolce e divertita.
- Tieniti forte però… Pronto fratellino?
- Si!


Non appena lasciavo andare l’altalena, il viso di Haruto si riempiva di gioia e iniziava a ridere, lo vedevo lasciarsi andare dalla presa e sollevare la braccia all’altezza delle spalle, quasi per mostrare al mondo la sua libertà, la nostra libertà… come quella di ogni essere vivente, di ogni animale libero, non legato all’ingiustizia del mondo. Di quel mondo in cui tutti gli esseri umani sono prigionieri, dove leggi e malvagità, odio e sofferenza costringono gli stessi a chiudere le loro ali, diventando così farfalle in trappola, nella rete indissolubile chiamata società…
 
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