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Find me, Oneshot by PioggiaDiStelle

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PioggiaDiStelle
TOPIC_ICON2  view post Posted on 20/1/2016, 14:34




Apro gli occhi.
Sento l'aria tornare a circolare nei polmoni.
Inspiro ed espiro lentamente.
Alzo lo sguardo.
Sono ancora prigioniera nel castello di Pegasus.
Nella camera che un tempo aveva diviso con sua moglie Cecilia.

Provo a muovere le braccia.
Un dolore insopportabile si irradia lungo le mie braccia intorpidite.
Non riesco a impedire ad un gemito strozzato di fuoriuscire dalle mie labbra.
Sono ancora legata mani e piedi ad un letto a baldacchino dalle cortine di raso color crema.
Mi sforzo cercando di ricordare il motivo per cui mi trovo qui.
Lentamente i ricordi cominciano a riaffiorare.

Seto che viene battuto da Yugi grazie ai cinque pezzi di Exodia.
La sua partenza per ritrovare se stesso.
Il tradimento dei suoi più stretti collaboratori.
Per finire gli uomini di Pegasus, che fanno irruzione in casa nostra e rapiscono me e Mokuba.

Quel uomo era completamente pazzo.
Mi aveva costretto a indossare gli abiti di sua moglie morta.
Perché secondo Pegasus io gli ricordavo Cecilia.
E ascoltarlo mentre tramava alle spalle dei partecipanti al torneo di duel monster da lui stesso organizzato su un'isola sperduta in mezzo al nulla.
Ha anche cercato di baciarmi quel viscido serpente. Io ho ricambiato con un morso.
Pegasus in un impeto di rabbia, mi aveva punito strappandomi dal collo la catenina con il ciondolo che mi aveva regalato Seto.
Poi lo aveva bruciato, gettandolo nel fuoco di un camino.

Ricordo che ho urlato con tutto il fiato che avevo in corpo.
Anche se una signorina degna di questo nome non lo fa mai.
Ho supplicato Pegasus di ridarmi ciò che mi apparteneva.
Lui non mi ha ascoltata. Al contrario è scoppiato a ridere.
Una risata talmente fredda e malvagia da farmi ghiacciare il sangue nelle vene.
Poi dopo avermi chiamato Cecilia se n'era andato, lasciandomi sola nella stanza.

Solo una volta ho potuto vedere e abbracciare mio fratello Mokuba.
Pegasus aveva deciso di esaudire questo mio desidero io un impeto di generosità.
Ho cercato di rassicurare mio fratello.
Gli ho detto di stare tranquillo, che tutto sarebbe andato per il meglio.
Seto ci avrebbe trovato e una volta liberati tutti e tre saremmo ritornati a casa.
Poi gli uomini di Pegasus hanno portato via Mokuba e mentre lui si dimenava e urlava il mio nome, io venivo immobilizzata a questo letto.
L'unica a mostrarmi un briciolo di umanità è stata Hanna, una delle cameriere di Pegasus.
Era lei a portarmi da mangiare.
Mi aiutava a lavarmi e vestirmi.
E ogni volta che le era possibile, mi liberava dalle catene per farmi fare una passeggiata nei dintorni del castello.

Mi guardo.
Non indosso più gli abiti della moglie di Pegasus.
Forse è stata Hanna a cambiarmi i vestiti quando io ero ancora incosciente.
Pegasus non merita una persona come lei al suo servizio.
Non appena tornerò a casa vedrò di ripagare tanta generosità.

- C'è qualcuno? Sono qui! Aiutatemi vi prego.

Provo a chiamare aiuto.
Ma la mia voce è ancora bassa e rauca.
Tutta colpa di quel pazzo di Pegasus e del suo inquietante occhio finto.
E' stato con quel affare che ha rubato l'anima di Seto e Mokuba.
Ricordo la sua fredda risata e il suo sguardo crudele, quando era entrato nella stanza e mi aveva mostrato le due carte di Duel Monster in cui aveva imprigionato le loro anime.
Poi ha fatto la stessa cosa con me.
Finalmente quel pazzo aveva capito che io non ero Cecilia.
Non gli servivo più.

Così si è sbarazzato di me.
Non ricordo esattamente cosa ho provato quando Pegasus mi ha sottratto l'anima.
Se non una sensazione strana.
Come di freddo, seguita da un violento strappo.
Poi il buio.
Il mio corpo ridotto alla stregua di un vegetale.

Maledetto!

In un impeto di rabbia e frustrazione, strattono con forza che catene che mi bloccano le braccia.
La testiera del letto a baldacchino scricchiola pericolosamente ogni volta che provo a liberarmi.
Inutile.
Smetto di lottare e un dolore a dir poco tremendo comincia a irradiarsi dalle braccia fino alla mia schiena.
Vorrei piangere.
Ma rigetto indietro le lacrime.
Sospiro affranta.
L'unica cosa che mi consola è sapere che qualcuno, forse Yugi ha battuto Pegasus.
Se io ho riavuto indietro la mia anima, questo vuol dire che anche a Seto e Mokuba è successa la stessa cosa.
Dove saranno adesso?
Non posso restare qui. Devo andare a cercarli!

- PER FAVORE QUALCUNO MI AIUTI!

Nessuno mi sente.
Le mie parole vengono inghiottite dal silenzio più assoluto.
Non mi arrendo!
Ricomincio a strattonare con forza le catene che mi tengono imprigionata.
Il freddo metallo mi graffia la pelle ferendola.
Non mi importa del dolore. Ne ho sopportati di peggiori.

Alzo lo sguardo in direzione della porta.
Qualcosa o qualcuno sta facendo girare una chiave dentro la serratura.
Resto in attesa trattenendo il fiato.
Che sia Hanna?
Oppure uno degli uomini di Pegasus, mandato dal suo padrone per farmi tacere?

Ad un tratto la serratura scatta e la porta si apre.
Il respiro mi si blocca in gola, mentre il cuore comincia a battere furioso dentro al mio petto.
La paura si tramuta in gioia.

- Seto...

Ho recuperato completamente la voce.
Nonostante ciò pronuncio il suo nome in sussurro e mentre lo faccio l'emozione prende il sopravvento.
Qualcuno deve aver detto a Seto dove mi trovavo e gli ha dato la chiave della stanza.
Forse è stata Hanna.
Lei era l'unica ad averne una.

Seto raggiunge il letto dove sono immobilizzata.
Appoggia in terra la sua preziosa valigetta.
Poi si siede accanto a me, mi afferra il viso con entrambe le mani e mi guarda.
Io faccio la stessa cosa rivolgendogli un sorriso tremolante.
E' tutto finito.

- E' tutto a posto Angel. Ora ti libero!

Annuisco con la testa.
Seto mi libera dalle catene che mi bloccano i polsi.
Dopo le braccia fa la stessa cosa con i miei piedi.
Non c'è un osso in tutto il corpo che non mi faccia male.
Ma non importa.

Non appena realizzo di essere libera ho un crollo di nervi.
Mi slancio in avanti e abbraccio Seto.
Piango.
Do sfogo a tutta la rabbia e la paura provati in questi lunghi giorni di prigionia.
Alle lacrime si aggiungono presto i singhiozzi.
Mando all'aria otto anni di educazione in uno dei collegi femminili più prestigiosi dove Gozaburo mi aveva mandata subito dopo avermi tolta dal orfanotrofio.
Perché una signorina degna di tale nome si contiene sempre, non piange mai in pubblico.
Controlla le proprie emozioni.
Non mostra segni di debolezza o disagio.

Seto ricambia il mio abbraccio.
Con le sue braccia mi circonda le spalle mentre il mio corpo è scosso dai singhiozzi.
Qualcosa è cambiato in lui.
Me ne rendo conto nel momento esatto in cui i miei occhi incontrano i suoi.
Nonostante le lacrime mi offuschino lievemente la vista.
I suoi occhi mi scrutano come non facevano da tanto tempo.

Seto appoggia la sua fronte contro la mia.
Io socchiudo gli occhi godendomi ogni singolo istante di questo momento.
Dopo la sua partenza ho pensato seriamente che non lo avrei mai più rivisto.
Ma per fortuna non è stato così.
Ormai è tutto finito.
Ed io sono felice.

Il mio pianto lentamente si placa e le lacrime smettono di rigarmi il viso e le guance.
Seto si allontana da me ponendo fine al nostro abbraccio.
Non importa. Va bene così.
Ora abbiamo cose ben più importanti a cui pensare. Prima fra tutti: trovare nostro fratello Mokuba.

- Dove è Mokuba? Sai per caso dove l'hanno portato?

Quando Seto mi fa quella domanda, io sono costretta a negare.
Il senso di colpa inizia a farsi strada dentro di me.
Non ho fatto abbastanza per salvare Mokuba.
Avrei dovuto proteggerlo ed evitare che cadesse nelle mani di Pegasus.
Che razza di sorella sono se non riesco proteggere mio fratello?
Scuoto la testa e riprendo subito il controllo.
E' inutile stare qui a rimuginare su gli errori commessi.
L'unico modo per rimediare è trovare Mokuba.
Conta solo questo.

- No, non lo so. Ma conosco qualcuno che forse può aiutarci. Vieni!

Senza perdere altro tempo, io e Seto ci alziamo da questo maledetto letto.
Nel farlo io ho un capogiro ma nulla di preoccupante.
Hanna conosce molto bene il castello di Pegasus ed è l'unica che può dirci dove i suoi uomini abbiano portato Mokuba.
Starà bene?
Lo spero.

- Forza Angel, andiamo via di qui. Dobbiamo trovare Mokuba!

Non me lo faccio ripetere due volte.
In compagnia di Seto lascio per sempre questa maledetta camera da letto.
Non gli chiedo se è stato Yugi a battere Pegasus oppure qualcun altro.
Ad essere sincera non mi interessa.
Ora ho altre priorità.
Non appena io e Seto troveremo Mokuba, andremo via per sempre da questa maledetta isola.
Ci lasceremo alle spalle Pegasus e il suo regno dei duellanti.
E finalmente torneremo ad essere una famiglia.
 
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